A poche centinaia di metri da Glasgow Central Station, nel cuore della città più grande della Scozia, si trova il quartier generale di Yes Scotland, organizzazione che rappresenta tutti i partiti, movimenti e singoli individui che promuovono il SI per il referendum che potrà segnare il destino dell’intera Gran Bretagna ed Europa.
Il 18 Settembre 2014 infatti tutti i cittadini residenti in Scozia, dai 16 anni in su, dovranno scegliere se continuare ad esser parte della Gran Bretagna oppure iniziare il percorso che il 24 marzo del 2016 porterà ad una Scozia indipendente.
Uno dei principali temi su cui hanno puntato gli indipendentisti durante la campagna è quello delle energie rinnovabili, la loro visione della Scozia del futuro è infatti quella di una nazione più attenta all’ambiente.
A Glasgow, città che in cinquant’anni si è saputa rivalutare, divenendo da importante polo industriale a città d’arte e di cultura, vive Stuart, scozzese indipendentista che lavora nel campo delle energie rinnovabili. Attiva in questo settore già da dieci anni, dal 2010 l’azienda è entrata anche nel settore fotovoltaico, ed il numero di impianti installati in giro per la Scozia è andato sempre crescendo, sia numericamente che geograficamente, sino a raggiungere le isole Ebridi. Stuart è molto orgoglioso della sua azienda, perché dice “è la prova di come la Scozia possa puntare anche sulle fonti rinnovabili, tra cui appunto i pannelli fotovoltaici, e questo nonostante le latitudini. Abbiamo inoltre a disposizione un potenziale 25% dell’energia eolica e un 10% dell’energia marina europea”.
Da indipendentista è molto attivo, sono numerosi infatti i semplici cittadini come lui impegnati in questa campagna. Utilizzando come riferimento Yes Scotland, il loro contributo attivo si sviluppa capillarmente, per i quartieri e per le strade, spiegando alle persone le motivazioni dell’indipendenza. Oltre alla grande campagna mediatica, un aspetto importante, e che probabilmente sarà decisivo negli ultimi giorni, è il forte impegno nel coinvolgere la cittadinanza con incontri diretti. Durante questi ultimi 18 mesi si sono svolti dibattiti con cadenza settimanale in tutte le città della Scozia, incontri aperti a tutti dove le persone sono state invitate ad esprimere i loro dubbi e le loro perplessità riguardo al futuro della nazione.
Al di là dell’esito del referendum, un risultato già raggiunto dagli indipendentisti è quello di una maggiore coinvolgimento della comunità sugli argomenti nazionali, mettendo le basi per una politica più partecipata, che non sia limitata solamente ai palazzi del potere, processo di cui sicuramente ne gioveranno sia i separatisti che gli unionisti.